I pericoli durante la camminata

Pensare che camminare sia facile e non si corrano pericoli non è proprio del tutto vero. Sicuramente ci son mestieri ben più faticosi e rischiosi di una bella camminata nei boschi ma in un'impresa come la mia i pericoli diventano molti e prepararsi ad affrontarli in anticipo via via che ci si trova di fronte è stata sicuramente una parte molto rilevante del mio percorso.

Il pericolo più evidente venuto alla luce durante le brevi fasi di allineamento che avrei voluto evitare era di arrivare con i piedi ricchi di vesciche o dover utilizzare bendature, fasciature o addirittura rischiare di rompersi qualcosa proprio a ridosso della giornata pensata per tentare l'impresa. Sembra una cosa banale tuttavia le calzature utilizzate durante l'allenamento erano le più disparate: da camminare a piedi nudi nel bagniaciuga o nel piazzale della casa in Sardegna a camminare con scarpe decisamente inadatte per mettere in condizione di stress i piedi piuttosto che evitare l'uso di calze per irrobustire i talloni. Insomma un po' tutte tecniche sicuramente artigianali e non comprovate per mettere in difficoltà piedi e gambe in modo da prepararsi allo sforzo della 24h di camminata non-stop.

Tutti tentativi direi andati più che a buon fine tanto è vero che mi son immerso talmente tanto nell'idea che alla fine il giorno della camminata il piede non era assolutamente in forma splendida anzi, nel calcagno anzi c'era una bella vescica che, per fortuna, era in via di completa guarigione. Per fortuna non soffro di Morbo di haglund (patologia dovuta alla crescita anomala dietro il calcagno proprio vicina al tendine di Achille) o altre complicazioni ma partire non al meglio non era decisamente ottimale come scelta. Purtroppo così è stato e quindi ho preso dei rimedi portandomi dietro durante la giornata sia dei cerotti che della carta igienica da usare per delle eventuali fasciature qualora avessi visto peggiorare la situazione. D'altronde non ci si arrende di fronte al nemico, lo si affronta a testa alta!

L'altra fonte di pericoli è la notte, sia all'inizio (alle 00:00 è notte fonda ed arrivare fino alle 6 non è proprio una passeggiata) che, sopratutto, alla fine (20.40 - 23.59) e quella è la fase più drammatica, almeno nel mio caso, perché se è vero che da un lato si intravede l'obiettivo, iniziano a nascere tutta una serie di paura che, almeno nel mio caso mi hanno decisamente bloccato la camminata, prima fra tutte gli animali e la domanda senza risposta: "domani camminerò ? Ho un treno da prendere tra 2 giorni, e se non cammino ?". La sera l'indolenzimento arriva decisamente in maniera più importante e la voglia di fermarsi è sicuramente più alta che dopo 3/4 h di camminata iniziale. Lo svantaggio è anche stato che mentre all'inizio ero in paese con tutto asfalto, strada in pianura e ben illuminato da luna e luce artificiale, la notte era una parte in salita (e ti assicuro che anche una piccola salita sembra l'everest!), una parte sullo sterrato e, sopratutto, tutto al buio senza luce artificiale con una luna rossa flebilissima. L'unica luce a farti compagnia è la torcia ma tu sei solo, immerso nel buio, con i piedi doloranti, assalito da mille domande e tanti rumori anomali intorno a te tipo cani che abbaiano, rumori di auto in lontananza, luci dei poderi intorno alla strada che si accendono e spari.

Sì, hai letto bene, spari! Ci sono infatti degli strumenti apposta che per tenere lontani gli animali pericolosi (Es.: cinghiali) sparano ad intermittenza dei colpi. Nel buio più totale non hai idea se il cane che abbaia è ad 1km o a 10mt da te. Stessa cosa per lo sparo. E se il cinghiale pensa con tutta la famiglia che gli sto dando noia, gira e mi percepisce come dell'ottimo cibo ? Se carica il cinghiale non è proprio piacevole vederlo da dentro l'auto, figuriamoci a piedi. E non è che in quelle condizioni ti metti a correre...o forse sì ? Mah, nel dubbio meglio non saperlo.

L'altro pericolo che ho percepito è stato il soccorso. Ero con il telefono spento, se fosse svenuto per il sole o qualche auto mi avesse acciaccato non prevedendo che c'era un cretino che faceva su e giu' nel ciglio della strada di notte ? E se magari non vedeva la lucina che sventolavo mentre passeggiavo ?
E' vero, avevo un telefono che, all'occorrenza avrei potuto utilizzare per chiamare ma se si fosse rotto e non fossi riuscito a tornare a casa ? Diciamo che se è vero che alcune cose erano più cose "impossibili" da realizzarsi, la serie di imprevisti a cui pensare è molta e tenere a mente, per qualunque imprese, l'elenco dei pericoli per catalogarli in una sorta di elenco di pericolosità è sicuramente la cosa migliore.

D'altronde è con l'allenamento che si iniziano a comprendere meglio quelli più verificabili e quelli più idealistici che probabilmente (si spera!) potevano capitare più raramente. Ed anche facendo delle proiezioni.

L'altro problema che poteva capitare era il freddo durante la notte o la pioggia. In tal caso un bel k-way ed un maglioncino leggero da mettersi sarebbero stati la soluzione. Sul maglioncino ho preferito una stoffa leggera per evitare di portare addosso troppo peso. Non sarebbe stato da indossare sempre e volevo evitare di sudare per rischiare il giorno successivo di dover finire per un semplice febbre al pronto soccorso. In periodi COVID-19 meglio evitare!

L'altro rischio era mentale ossia riuscire a concentrarsi sul mantenimento di un passo fluido e costante evitando di accelerare inavvertitamente. Spesso infatti duarnte le fasi di allenamento tendevo ad aumentare involontariemente il passo perché magari si era portati a pensare ad altro (il tempo per pensare non manca!) e continuando a camminare spesso, durante la prima fase, mi son ripetuto di rallentare e mantenere un passo costante in un percorso regolare evitando buche o disallineamenti nel terreno per non affaticare le gambe ad una postura comoda.

Il pericolo più grande è sicuramente mentale. Se è vero che la fatica non è indifferente, dopo un po', credo che il corpo si abitui ad un determinato ritmo che, sicuramente, con l'allenamento chiunque può migliorare (non era quello lo scopo del mio allenamento!) ma che porta il corpo a mantenere una costanza ed una resilienza che non danno una fatica esagerata. La stanchezza mentale invece avrebbe potuto sopraggiungere in qualsiasi momento ed a quella resistere sarebbe stato più duro. Per evitare questo mi ero dato un obiettivo numerico complessivo ed uno orario in modo che ogni ora sapevo quale era la soglia da raggiungere e da mantenere. Come tutte le cose che mi prefiggo e che consiglio ho quindi scomposto l'obiettivo finale in micro-obiettivi teoricamente raggiungibili. Un conto è prefiggersi 240.000 passi, un conto è pensare di fare 10.000 passi all'ora o, nel mio caso, mi accontentavo volentieri di 5.000 passi visto che non sapevo dove arrivare. Andando quindi a monitorare il singolo orario avevo dei piccoli obiettivi raggiungibili in un lasso di tempo decisamente più breve rispetto all'unico vero obiettivo ed è stata forse questa una delle chiavi per poter far sì che, ora dopo ora, io sia riuscito ad andare avanti.

E te, che pericoli hai affrontato durante avventure di questo tipo ? TI va di raccontarmelo e condividerlo nei commenti qua sotto ?

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